
Pensate in che mani siamo. L'uno, Tremonti, vent'anni fa pontificava sui vizi della finanza (con la minuscola) con un nom de plume su il manifesto, quotidiano comunista ieri come oggi, mentre — col suo vero nome — assisteva gli 'sciur Brambilla' brianzoli ad eluder tasse. L'altro, Romani (per conto del suo dante causa, ieri come oggi), produceva e metteva in onda Colpo grosso, spogliarelli di finte casalinghe somministrati da Umberto Smaila. Era un'emittente che aveva — a suo modo — anch'essa un nom de plume del Biscione.
Quale cataclisma s'è consumato nella testa degli italiani, per essere finiti in queste mani? Ora che anche i nostri risparmi rischiano di brutto, non c'è più dubbio: l'unico colpo grosso l'ha messo a segno Iddu, Lui, il capocomico fallito che ora fa piangere. In diciott'anni, dal '93 ad oggi, ha trasformato 9.000 miliardi delle vecchie lire di debiti in 15 miliardi di euro (30.000 miliardi del vecchio conio) di patrimonio personale stimato.
Prezzi decisamente alti per aver consumato i propri neuroni guardando sgambettare aspiranti pornostar e ragazzette scosciate dal tinello di casa.
■ (giovedì 3 novembre 2011)
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