A due anni di distanza sono ancora loro, i migranti africani, a reggere quel che resta dell'agrumicoltura della Piana, con paghe da fame, accampati in casolari abbandonati. Una crisi nera per gli agricoltori, un calvario per la manodopera mal pagata. Le arance rimangono, così, sugli alberi e l'industria di trasformazione importa materia prima dall'estero. Sono queste le conseguenze delle cosiddette «arance di carta», la truffa coi fondi dell'Unione europea, perpetrata per anni da imprenditori senza scrupoli.
Intanto, la Coldiretti è costretta a denunciare un ricarico di quattromila duecento cinquantasei volte sul valore dell'arancia pagata agli agricoltori e contenuta in una lattina di aranciata. Ad essere spremuti, oggi, a Rosarno, restano solo gli immigrati, senza diritti né tutele. E gli imprenditori agricoli non sanno più come affrontare una crisi che li ha piegati in due.
Di seguito il reportage girato qualche settimana fa fra gli agrumeti della Piana e trasmesso su Rai 3 da "Ambiente Italia".
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